domenica 4 ottobre 2015

Vogliamo davvero la riforma della Polizia Locale ?



Carissim@ Colleg@,
approfittando del cinquantamillesimo visitatore del nostro blog (ci siamo quasi), mi sono fermato un attimo a riflettere su cosa ho combinato in questi ultimi due/tre anni.
Non vi nascondo che in questo momento di riflessione sono stato assalito dallo sconforto.
Tranquilli non mollo, per due ordini di motivi.
Anzitutto per non darla vinta ai miei (spero pochi) detrattori, ma soprattutto per non deludere i tanti colleghi che hanno riposto (sconsideratamente) in me le loro speranze.
Però è giusto ammettere pubblicamente la mia amara e più profonda delusione perché penso che il male peggiore si annida proprio all'interno della categoria e siamo anzitutto noi i nemici di noi stessi.
In questi pochi anni che mi sono interessato a tempo pieno della "questione" ho chattato con un numero infinito di colleghi, ne ho incontrati tanti, mi sono confrontato ed a volte scontrato.
Ho incontrato anche molti dirigenti sindacali sia di quelli che vengono definiti della "triplice" sia di quelli che si autodefiniscono "autonomi" (anche se ancora non ho capito da chi...).
Ho ascoltato centinaia di politici di tutti gli schieramenti, ho scritto praticamente a tutti, escludendo il Papa e le giovani marmotte, ma non escludo di farlo nel prossimo futuro.
Ho ricevuto proposte di tutti i tipi e ho analizzato decine di documenti, alcuni molto interessanti.
Alla luce di questa situazione, mi sono scervellato per capire dove fosse il punto di caduta e per quale assurdo motivo la nostra categoria vive da molti anni in questo limbo normativo.
Lo scorso ferragosto, vittima probabilmente del caldo estivo, avevo fatto una mia proposta forte, che presupponesse una radicale rivisitazione di tutto il sistema sicurezza in Italia.
Ne è seguita una accesa discussione che mi ha molto appassionato e ovviamente non sono mancati gli attacchi personali soprattutto da chi era più interessato a conservare il proprio ruolo che trovare una soluzione condivisa credendosi forse il detentore unico della verità suprema.
Sempre più convinto della bontà della mia proposta, perché una vera riforma della Polizia Locale non può essere svincolata dalle altre Polizie ad ordinamento nazionale, sono da sempre stato disponibile a rivedere ed integrare il mio pensiero.
Purtroppo, come ho accennato poco fa, fin da subito mi sono accorto che, aldilà del colpevole e reiterato disinteresse del mondo politico nel consegnarci chiarezza di ruolo, il peccato originale si annida al nostro stesso interno.
Troppe sono le divergenze tra le opposte richieste e troppe sono le esigenze spesso personali che nulla hanno a che fare con la nostra elevazione professionale.
Ho caldeggiato anche un percorso partendo dai minimi comuni denominatori che unisse il nostro variegato mondo, partendo dal riottenimento dell'equo indennizzo e il riconoscimento del lavoro usurante.
Eppure niente di unitario si riesce a fare.
Ebbene, indossata una robusta corazza, pronto ad essere sommerso da altre critiche, mi permetto di ribadire che la colpa è anzitutto di ciascuno di noi.
Le reiterate accuse (a volte fondate) nei confronti della "triplice" che arrivano guarda caso da esponenti e militanti di altre organizzazioni che si definiscono di categoria, che tra l'altro si fanno la guerra continua anche tra di loro, le respingo comunque al mittente e mi permetto di far notare a tutti che le organizzazioni sindacali sono fatte di persone e quindi anche di colleghi.
Al netto di questa semplice considerazione mi permetto di chiedervi: ma davvero la vogliamo questa riforma?
Se la risposta è positiva, aldilà delle legittime lamentele, cosa facciamo in concreto per ottenerla?
Infine mi domando ancora più perplesso: che tipo di riforma vogliamo?
Lascio ora a voi le considerazioni...

Fabrizio Caiazza
Coordinatore Nazionale

Movimento Polizia Locale

6 commenti:

Ermanno ha detto...

Concordo in pieno su tutto, sopratutto sulle responsabilità di molti colleghi e dei sindacati che si autoproclamano indipendenti. Dirò di più: per come stanno le cose è proprio meglio, almeno nei comuni piccoli, chiudere baracca e burattini. Sarebbe la soluzione migliore senza dubbio.

Movimento Polizia Locale ha detto...

e quindi cosa proponi, quale potrebbe essere secondo te il prossimo passo?

Unknown ha detto...

Penso che l'unica soluzione sia comunque non mollare, insistere, sensibilizzare, portare a casa (nei singoli Comandi) dei colleghi la testimonianza delle famiglie che hanno persone persone care nonchè COLLEGHI. Siamo vincolati al mondo politico, perciò non possiamo modificare il sistema ma sfruttarlo. Veramente ... ci vorrebbe la partecipazione di queste famiglie, incoraggiarle a girare per i Comandi vicini e incentivare una solida pesa di posizione, per esempio negli scioperi. Fino a che una situazione calda non ci scotta personalmente, tanti non si rendono conto della loro singola importanza. Che posso dire .... io non ho mai mollato. Non porto nessuna bandiera .... porto solo il mio orgoglio di COLLEGA. Buon lavoro a tutti.

Ermanno ha detto...

Fabrizio Caiazza ha detto...

e quindi cosa proponi, quale potrebbe essere secondo te il prossimo passo?

Ciao, putroppo non saprei formulare proposte, certo è che noi nei piccoli comuni (ad esempio nel mio caso siamo in 3 vigili su 2 comuni montani con 10.000 abitanti - età media operatori 46 anni) non contiamo nulla.
Il "potere" sta nelle grandi città, Milano, Roma, Venezia, Bologna... dove il servizio offerto è tangibile. Chiaramente è fondamentale informare la cittadinanza che una riorganizzazione del sistema polizia gioverebbe sopratutto alla qualità del servizio offerto nonchè alle casse dello Stato, il fatto è che non è facile avere agganci con i media (vista anche la qualità degli stessi).
Posto che non ho assolutamente fiducia negli apparati amministrativi locali (regioni - comuni) ti confesso che auspico, come unica soluzione, un commissariamento europeo che obblighi "Roma" a fare delle riforme complete e serie. Nel frattempo non ho difficoltà a manifestare pubblicamente le difficoltà che incontriamo sul lavoro e le disfunzioni derivanti dall'attuale impostazione; se non mi mettono un cappello sindacale (mi dispiace ma da tempo ho perso fiducia in queste organizzazioni) vado anche volentieri in piazza, infatti domenica 13 gennaio 2013 (mi pare fosse quella la data)ero anche a Milano, dove siamo partiti dalla Bovisa. Ermanno

Movimento Polizia Locale ha detto...

Ermanno, infatti la manifestazione in Bovisa a Milano la organizzammo perseguendo questo scopo, ma da allora nessun collega si è fatto parte attiva. Mettiamo da parte i sindacati, ci sto. Quindi? Chi organizza? Io sono stanco di movimentare le folle senza avere aiuti concreti. Non basta più andare in piazza. Bisogna agire in prima persona e rimetterci tutti in discussione.

Anonimo ha detto...

http://www.sulpl.it/wp-content/uploads/2007/03/Legge-Quadro-integrata-1.pdf