mercoledì 17 settembre 2014

Sondaggio aperto a tutti.....

A pochissimi giorni dalla mobilitazione delle forze di polizia statali, chiediamo a tutti cosa ne pensate in relazione all'eventualità di unirsi con loro, mobilitarsi autonomamente o non fare nulla..
Potete votare nel riquadro a fianco.
I tempi sono strettissimi ma riteniamo interessante ascoltare l'opinione di tutti voi. Il sondaggio è disponibile anche su facebook.
Per chi sceglie la seconda risposta, chiediamo di fare proposte attraverso i commenti a questo post.
Grazie, le idee di tutti sono indispensabili.

Sondaggio concluso. Dalle votazioni emerge una spaccatura fra chi chiede l'adesione ad eventuali manifestazioni delle polizie statali e chi invece ritiene debbano essere messe in campo azioni autonome, il risultato è di fatto un pareggio.

12 commenti:

Anonimo ha detto...

Non mi dilungo su perché, ma:
Unirsi a loro significa supportare la LORO lotta
Non fare nulla significa stare nel calderone degli impiegati
Mobilitarsi autonomamente significa un'altra parcelizzazione.
Perché non si pensa ad iniziative che ci vedono al fianco dei "121" stile fratelli in cerca di casa (o poliziotti o impiegati).

Anonimo ha detto...

Loro, per quanto riguarda gli stipendi, hanno gia vinto, il governo ha trovato un miliardo per il rinnovo del contratto (il differenziale con i nostri stipendi si porta a circa 550 euro netti, senza tener conto degli altri privilegi che loro hanno e noi neanche ci sogniamo. Sia ben chiaro quando ho iniziato questo lavoro le differenze erano irrisorie, e il nostro lavoro era molto diverso da quello attuale (eravamo molto più vicini agli amministrativi)) e non credo che abbiano bisogno di noi. Saremo necessari se fossimo uniti. Divisi come siamo risulteremo un problema in più, piuttosto che un apporto benefico.
Purtroppo non siamo ben visti e ad affossarci ci pensa chi ci dovrebbe rappresentare (Angeletti è solo l'ultimo della lunga serie). Sono d'accordo con chi proponeva di utilizzare la nostra impopolarità per raccogliere le firme e andare avanti con una proposta di legge di iniziativa popolare.

Anonimo ha detto...

Non ci sarà nessuna mobilitazione da parte delle polizie nazionali, è bastato minacciare lo sciopero, raccontare le solite favolette di 1200 euro al mese, della benzina che metterebbero di tasca loro per far girare le macchine e altri annedotti, che tutti l'hanno bevuta ed il governo con "Alfano lorum" ed il suo capo, ha gia calato i pantaloni e aperto il portafogli. Così io dovrò andare in pattuglia ad affrontare camionisti incazzati, automobilisti inferociti, spacciatori, immigrati e delinquenti che non ci pensano nemmeno un istante a darti una coltellata, per uno stipendio di meno di 1200 euro al mese, senza causa di servizio senza privilegi pensionistici, sapendo che ci sono altri lavoratori del pubblico impiego che per fare lo stesso lavoro percepiscono quasi il doppio del mio stipendio. La mia non è invidia, anzi sarei contento che prendessero anche di più, quello che non tollero e che veniamo trattati da utenti e datori di lavoro quasi peggio dei delinquenti.

Anonimo ha detto...

Paolo - Parma - Sono d'accordo con quanti hanno proposto di usare la nomena negativa che ci accompagna e che ci accompagnerà ancora per molti anni(e che chi ci rappresenta e ci dovrebbe difendere contribuisce ad alimentare - il problema è che non sanno neanche più quello che facciamo), per portare avanti una proposta di legge di iniziativa popolare. E' necessario fare un comitato e creare la rete per la raccolta delle firme. Il comitato, almeno nella sua massima rappresentanza, anche per questioni di opportunità, dovrebbe essere costituito da persone che non indossano la nostra divisa. Quanto al resto la sconfitta della categoria è sotto gli occhi di tutti: ridotti negli organici, con stipendi a dir poco indecenti, senza tutele di nessun genere, senza mezzi per poter operare, in alcuni casi senza neanche la carta per le stampanti. Ci hanno scaricato tutti gli oneri: siamo l'unico vero servizio di polizia stradale, 112 e 113, perennemente con le pattuglie impegnate a far dell'altro, ci girano risse, controlli di stranieri, senza tetto, sbandati, nomadi ed altro, liti condominiali ed in famiglia, schiamazzi, atti di teppismo e bullismo, anche nelle scuole. Da ultimo hanno cominciato ad impiegarci per i controlli legati alle misure alternative al carcere. Poi abbiamo i sindaci che ci chiedono tutt'altro dai controlli alle scuole alle migliaie di feste e mi fermo qui. Non credete che sia ora di dire basta e per la miseria che ci danno cominciare a rimandare il tutto ai mittenti?

Anonimo ha detto...

Dopo aver sommariamente indicato cosa comporta fare i vigili oggi, indichiamo la proposta di abolizione e tramite mail recapitiamola ai vari corpi e servizi in modo che anche i nostri colleghi siano a conoscenza e consapevoli della proposta che viene fatta.
Rossano

Anonimo ha detto...

Anonimo ha detto...
Paolo - Parma - Sono d'accordo con quanti hanno proposto di usare la nomena negativa che ci accompagna e che ci accompagnerà ancora per molti anni(e che chi ci rappresenta e ci dovrebbe difendere contribuisce ad alimentare - il problema è che non sanno neanche più quello che facciamo), per portare avanti una proposta di legge di iniziativa popolare. E' necessario fare un comitato e creare la rete per la raccolta delle firme. Il comitato, almeno nella sua massima rappresentanza, anche per questioni di opportunità, dovrebbe essere costituito da persone che non indossano la nostra divisa. Quanto al resto la sconfitta della categoria è sotto gli occhi di tutti: ridotti negli organici, con stipendi a dir poco indecenti, senza tutele di nessun genere, senza mezzi per poter operare, in alcuni casi senza neanche la carta per le stampanti. Ci hanno scaricato tutti gli oneri: siamo l'unico vero servizio di polizia stradale, LE CENTRALI OPERATIVE DEL 112 e DEL 113, a loro dire, con le pattuglie perennemente impegnate a fare delle cose più importanti (mi piacerebbe sapere quali), ci girano risse, controlli di stranieri, senza tetto, sbandati, nomadi ed altro, liti condominiali ed in famiglia, schiamazzi, atti di teppismo e bullismo, anche nelle scuole. Da ultimo hanno cominciato ad impiegarci per i controlli legati alle misure alternative al carcere. Poi abbiamo i sindaci che ci chiedono tutt'altro dai controlli alle scuole alle migliaie di feste e mi fermo qui. Non credete che sia ora di dire basta e per la miseria che SIA ORA DI cominciare a rimandare QUANTO CI HANNO SCARICATO (senza alcun beneficio, neanche di immagine) ai mittenti?

Anonimo ha detto...

Dubbi sulla nostra situazione catastrofica non ce ne sono, io direi che in maniera plateale informando gli organi di stampa potremmo lasciare le armi di servizio, spiegare loro che noi non siamo " forza di polizia" che le risse, le occupazioni abusive di case popolari, le rapine, i furti, gli schiamazzi notturni, i servizi anti prostituzione, servizi davanti alle farmacie, servizi di body-guard degli assistenti sociali ecc... sono di ordine pubblico e quindi spettano solo alle forze di polizia preparate equipaggiate e tutelate. Giovanni da Bari

Anonimo ha detto...

Condivido il mix tra azioni di protesta e quelle propositive. Non esistendo da noi il referendum propositivo, la strada è quella della raccolta di firme per la proposta di legge. Nel frattempo, la mobilitazione con azioni clamorose, tra le quali quelle indicate da Giovanni, mi sembrano appropriate. Cominciamo, come forma di protesta organizzata a non uscire più con le armi, con tutto quanto questa scelta si porta dietro.
Vincenzo

Anonimo ha detto...

Per chi non avesse chiaro il concetto di polizia locale in uno stato moderno consiglio di leggersi LA POLIZIA LOCALE IN EUROPA, del centro studi della fondazione Filippo Caracciolo. Consiglio vivamente la lettura lettura a sindacati confederali e di categoria, scoprirebbero che nulla ha a che vedere con quanto hanno proposto e continuano a proporre. Le stazioni carabinieri sono più polizia locale di noi. Il concetto è legato al territorio, non all'ente di appartenenza. Nel concetto di polizia locale europeo non trova alcuna collocazione "l'impiegato con la divisa".

Anonimo ha detto...

Credo sia un po' tardi per unirsi ai nazionali, che tra l'altro, ritengo, abbiamo gia ottenuto quanto si prefiggevano. Inoltre, non abbiamo mai avuto momenti di lotta comune e non mi risulta che di noi abbiano una gran opinione. Per esperienza personale posso affermare, senza paura di smentita, che la stragrande maggioranza di loro pensano che facciamo solo viabilità, divieti di sosta e velox.
La strada da percorrere è quella che molti prima di me hanno delineato, aggiungerei che, per un lavoro in prospettiva, sia opportuno contattare chi ha avuto il coraggio di volerci inserire in un contesto di riorganizzazione del comparto sicurezza, mi riferisco al SAP (faccio presente che a me la politica ormai interessa poco o quasi nulla, tante sono state le delusioni). Tutti gli altri non si ricordano neanche che esistiamo. Per quanto riguarda confederali e altri, dopo tanti anni che sono rimasto iscritto posso solo dire che a loro interessa la tessera e per alcuni, quando è il momento, il voto.

Anonimo ha detto...

Una cosa certa è che in noi l'amarezza è tanta, ma proprio in momenti come questi dobbiamo reagire far sentire la nostra voce in qualsiasi maniera io ho iniziato un passa parola al mio comando non vi nascondo che la risposta è stata un pò deludente ma se ci arrendiamo è finita. Ragazzi/e se vogliamo il riconoscimento della nostra professionalità dobbiamo lottare e convincere i colleghi che questa è la strada giusta. Giovanni

Anonimo ha detto...

Domenico
La paura di alcuni nostri colleghi è dovuta anche al terrorismo che "altri" stanno seminando. La paura che con l'abolizione si possa perdere il posto di lavoro, inoltre che con il trasferimento nella polizia di stato ti spediscano chissà dove, con tutti i disagi che ne conseguono. A questo aggiungiamo l'apatia e la demotivazione che ormai ha preso il sopravvento.
Condivido l'opinione di chi ritiene che l'unico modo per spezzare questo circolo vizioso è la proposta di legge di iniziativa popolare.